Matera: bellezza, arte e creatività oltre i Sassi

Matera: bellezza, arte e creatività oltre i Sassi

Matera è universalmente conosciuta come la città dei Sassi, gli antichi quartieri rupestri che sono sicuramente il cuore turistico della città.

Ma Matera è anche artigianato, enogastronomia, antica sapienza costruttiva e vi affascinerà, con questi aspetti, altrettanto profondamente.

 

Matera è conosciuta nel mondo per gli storici rioni “Sassi“, per secoli i quartieri più nascosti e più poveri della città, tanto da essere oggetto di una legge del 1952 che obbligava lo sgombero di queste zone cittadine che all’epoca erano considerate una vergogna nazionale. Nel 1986 queste aree rupestri, scavate nei secoli nella locale calcarenite, vengono però rivalutate e restaurate, tanto da essere riconosciute nel 1993, quale patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, e visitate da migliaia di turisti nel 2019 in occasione della nomina di Matera a Capitale Europea della Cultura.

Se si vuole visitare, capire e scoprire Matera, occorre sicuramente partire proprio dalla conformazione dei suoi quartieri, i due Sassi, Caveoso e Barisano, formati da edifici ed architetture rupestri scavate nella calcarenite, la roccia base della Murgia Materana, e la Civita, il quartiere dei nobili, costruito sullo sperone di roccia che separa i due Sassi come a sottolineare la filosofia sociale della città dove i ricchi costruivano ed innalzavano, i poveri scavavano. Due mondi, uno aristocratico e l’altro popolare che si sfiorano e si uniscono in pochi luoghi di contatto, primo fra i quali l’antica Cattedrale della Madonna della Bruna.

Alla scoperta dei Sassi di Matera

Scriveva lo scrittore Carlo Levi che “Chiunque veda Matera non può non restarne colpito, tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza.” Ed in effetti per apprezzare Matera occorre lasciarsi andare, perdersi tra le sue viuzze, nel continuo saliscendi che conduce sempre a magnifiche balconate, che vi sorprenderanno.

Il modo migliore per visitare Matera è non avere una meta, come noi stessi abbiamo sperimentato durante il Blog Tour “Paese che vai, vino che trovi” organizzato dalla Elle Viaggi, in collaborazione con l’Agenzia di Promozione Territoriale della Regione Basilicata “Basilicata Turistica“.

Per conoscere Matera occorre perdersi, iniziando naturalmente proprio dai due quartieri popolari, i Sassi.

Il Sasso Barisano, ubicato lungo la strada che uscendo dalla città proseguiva verso Bari, orientato a nord-ovest, contiene numerosi portali scolpiti e fregi. Il Sasso Caveoso, che guarda a sud e ricorda la forma della cavea di un teatro, con le abitazioni disposte a gradoni. All’interno di ogni Sasso vi sono varie aree, i vicinati, costituiti da un insieme di abitazioni che affacciano su uno stesso spiazzo, spesso con il pozzo al centro, ed erano il centro della vita sociale, della solidarietà e della collaborazione fra gli abitanti. Il pozzo dove si lavavano i panni ed il forno dove si impastava il pane erano gestiti in comune fra tutti e questo facilitava l’organizzazione comunitaria.

A questo proposito vi invitiamo a visitare una delle antiche e più grandi cisterne ipogee presenti nel sottosuolo di Matera: il Palombaro Lungo

Visitiamo il Palombaro Lungo

Il Palombaro lungo è la più grande cisterna idrica ipogea della città di Matera ed è situato sotto la pavimentazione di Piazza Vittorio Veneto, dove convergono le acque piovane e sorgive provenienti dalle colline di La Nera, Lapillo e Macamarda. La cisterna fa parte di un sistema di raccolta delle acque che si estende per tutta la lunghezza dei sassi di Matera ed era necessario all’approvvigionamento di acqua dei suoi abitanti.

Il nome potrebbe derivare dal latino plumbarius, ovvero luogo che serviva per la raccolta delle acque. L’aggettivo “lungo” fa invece riferimento alla grandezza della struttura. Il Palombaro, infatti, è alto circa 18 metri e largo 50 ed ha una capienza di circa 5 milioni di litri d’acqua.

I materani si approvvigionavano dal Palombaro calando dei piccoli secchi attraverso due fori esterni; alcuni dei secchi utilizzati vennero smarriti e possono essere visti oggi in una piccola zona asciutta, un tempo sommersa, chiamata comunemente “la spiaggetta”.

Il Palombaro lungo è oggi visitabile pagando un biglietto dal 3 euro.

Torniamo tra i Sassi

Camminando fra le vie, i vicoli e le calate che compongono il Sasso Caveoso e Barisano vi ritroverete spesso a passare davanti a delle Case Grotta che possono essere visitate pagando un biglietto di ingresso. Qui potrete vedere come gli abitanti vivevano, insieme agli animali, prima dell’esproprio, osservando in alcuni casi anche la mobilia originale con riproduzioni di oggetti di uso comune, ed ascoltare le storie di chi le abitò quando erano disagiate.

Ma la discesa nei Sassi è una sorpresa continua. Tra viottoli e gradini si arriva in bellissimi complessi monastici scavati nella roccia, Cenobi benedettini e laure bizantine. I più importanti situati nell’ambito urbano sono Santa Lucia alle Malve, complesso rupestre che anticamente ospitava una comunità monastica, il Convicinio di S. Antonio un comprensorio costituito da 4 cripte rupestri, Santa Maria di Idris sulla sommità dell’omonima rupe, Santa Barbara ricca di affreschi, la Madonna delle Virtù che insieme alla sovrastante chiesa di San Nicola dei Greci oggi ospita importanti mostre di scultura, e San Pietro Barisano con facciata e campanile in muratura ed interno quasi completamente scavato nella roccia. Al centro del Sasso Caveoso c’è invece la chiesa in muratura di San Pietro Caveoso, antica parrocchia della città, situata a picco sullo strapiombo della Gravina. Ma lungo il percorso non troverete solo monumenti o antiche chiese ma sono presenti anche numerose cantine e frantoi rupestri che hanno rappresentato per i materani importanti siti per la produzione di vino e di olio.

Questo degradare e sovrapporsi di case e casette, a prima vista può sembrare caotico e frutto della necessità, in realtà risulta costruito con molti accorgimenti e secondo una antica sapienza costruttiva che rispettava e valorizzava l’ambiente.

Oggi grazie ai numerosi recuperi e restauri, finalizzati alla grande vetrina di Matera Capitale Europea della Cultura dello scorso 2019, le varie strutture sono state destinate a diverse funzioni: a volte sono tornate ad essere abitazioni residenziali, più spesso ospitano camere di strutture ricettive molto suggestive e curate, caffè e ristoranti, dove ci si può fermare e assaporare la gustosa cucina locale materana accompagnata dall’ormai famoso pane locale di grano duro. Non mancano gallerie d’arte, laboratori di artigiani locali che ripropongono il tipico Cucù (fischietto a forma di gallo, usato come portafortuna) o lavorano la pietra locale creando svariati manufatti, studi di design e imprese creative, e anche residenze di uffici.

La Civita

Dall’esperienza dei Sassi, spesso a sorpresa, emergerete nella Civita, attraverso vari punti di contatto, formati da numerosi belvedere e dalla piazza dove sorge l’imponente Cattedrale di Matera, dedicata alla Madonna della Bruna, protettrice della città fin dal medioevo. La cattedrale fu edificata a partire dal 1230, e fu eretta per volere dell’Imperatore Federico II di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Impero e Conte di Matera. Per fare in modo che il nuovo tempio dominasse con la sua mole le costruzioni circostanti e le due vallate sottostanti dei Sassi, fu necessario rialzare la base rocciosa di oltre sei metri.

All’interno della Cattedrale non perdetevi l’affresco bizantino risalente al 1270 della Madonna della Bruna con il Bambino benedicente con due dita, attribuito a Rinaldo da Taranto e ubicato sull’altare della prima campata della navata sinistra detto “della Bruna”. La Madonna della Bruna di Matera, è infatti l’amatissima protettrice della città, e viene festeggiata il 2 luglio. Le origini della festa sono richiamate proprio da questo affresco gelosamente custodito nella cattedrale sull’altare a lei dedicato. Il significato etimologico del termine “bruna” non è collegato al colore della Madonna ma deriva dal termine longobardo brùnja, “corazza”, da cui il titolo “Madonna della difesa” con il ruolo di protettrice che ella esercita sul popolo, difendendolo da ogni forma di male.

Come la leggenda narra, il tutto avrebbe avuto inizio in una torrida sera di luglio, quando un contadino rincasando sul suo carretto fu fermato da una giovane donna che gli chiese un passaggio. L’uomo accettò titubante. Durante il tragitto un senso di gioia lo pervase ma, giunti alle porte della città, chiese alla donna di scendere vicino la chiesa di Piccianello poiché a quell’epoca era impensabile che due sconosciuti di sesso diverso potessero restare insieme da soli. La giovane accettò ma, prima di andar via, lo salutò pronunciando queste parole “Così, su un carro molto ben addobbato, voglio entrare ogni anno nella mia città” e gli lasciò un messaggio con cui venivano invitati il vescovo, il clero e i nobili di Matera a recarsi in quel punto. Quando costoro accorsero trovarono una statua ad attenderli, Maria Santissima della Bruna. Il carro del contadino improvvisamente si trasformò in un tripudio di decorazioni e luci al centro del quale trionfava la sacra effigie. Il carro fu trainato fino in centro, davanti alla Cattedrale. Qui, furono fatti tre giri, come a voler consegnare alla Bruna le sorti della città. Ancora oggi, durante la festa, la statua della Madonna della Bruna, compie lo stesso giro ed al termine, secondo la tradizione locale il carro trionfale in cartapesta viene distrutto dagli stessi fedeli che cercano di conquistarne una parte, anche piccola, come segno di fortuna e buona sorte per il futuro.

Scopriamo l’artigianato materano

L’artigianato locale materano si svela anche passeggiando tra i Sassi, alla ricerca di un ricordo della città tra le tante e graziose botteghe artigiane di legno, tufo e argilla. Tra gli antichi rioni capita spesso che rimbombi il dolce e misterioso suono del “cucù”, simbolo dell’artigianato locale materano, un fischietto in terracotta policroma stilizzato, che ha la forma di un gallo.

Si tratta di un piccolo “capolavoro” realizzato e decorato dai maestri artigiani locali, i quali con le loro mani sapienti si sono tramandati, e continuano a tramandarsi da generazioni, questa arte e i suoi antichi segreti.

Noi di Giroviaggiando siamo andati a scoprirlo ed a provare a realizzarlo presso lo Studio D’Arte Keramos di Cristian Andrisani.

Durante la vostra passeggiata, potrete fermarvi ad ammirare quelli che un tempo erano gli antichi forni di quartiere, i locali dove si frangeva l’olio ed una lunga serie di botteghe di artigiani. Noi siamo rimasti affascinati dalla storia di Massimo Casiello che, dopo aver lavorato nel campo dell’informatica, ha deciso di tornare nella sua Matera ed aprire un laboratorio per la lavorazione del legno. Il suo cavallo di battaglia sono i timbri in legno, vero e proprio souvenir di Matera, che lui intaglia a mano proprio come i suoi avi. Anche se la cosa più particolare di questi oggetti è la loro storia. Infatti un tempo questi timbri venivano usati dalle donne che portavano il proprio pane a cuocere nei forni di quartiere. Forni che logicamente venivano usati da tutte le famiglie residenti nei Sassi. Ogni signora aveva quindi il proprio timbro, che riportava le iniziali della famiglia accompagnate da simboli e segni di riconoscimento vari per rendere riconoscibile il proprio pane, così da non confonderlo con quello delle altre. Come i fischietti, anche i timbri erano un segno e pegno di amore e non mancavano mai fra i regali di buon augurio che venivano fatti agli sposi.

Il Pane e la gastronomia di Matera

Visitando Matera e passeggiando fra vicoli, botteghe, balconate, piazze e chiese, sarete sempre accompagnati dal profumo fragrante del Pane di Matera Igp. E’ infatti difficile non restare ammaliati sia dal fascino di Matera, che da uno dei numerosi panifici locali, semplici da individuare perché a guidare è proprio l’intenso profumo del prodotto appena sfornato, per portarne via con sé qualche pezzo.

Questo pane, così speciale da essere tutelato con il marchio Igp, è prodotto secondo un preciso disciplinare, utilizzando semola di grano duro e lievito madre, proposto nelle forme a cornetto o a pane alto, che rimanda alla conformazione del paesaggio della Murgia materana. Vero simbolo gastronomico della città, spesso è ingrediente indispensabile anche nella preparazione di piatti tipici. Prodotto nei panifici locali, è possibile acquistarlo per portare via con sé un po’ del sapore di Matera

Il pane di Matera Igp si riconosce dalla morbidezza della mollica e dalla croccantezza della buccia, che lo rendono un prodotto irresistibile. Da provare non solo come “compagno” di gustosi antipasti, ma anche ingrediente esclusivo in ricette tradizionali come la pasta di casa con la mollica fritta, in alternativa al formaggio, né mancano idee per arricchire secondi piatti a base di carne o verdure.

Matera ed il Cinema

Un altro modo, originale per scoprire e godervi Matera è gironzolare fra i diversi luoghi dei Sassi e della città che sono stati di ispirazione o di scenografia di moltissimi film. Chi cerca un itinerario fuori dagli schemi può, quindi, seguire le orme dei grandi registi del cinema italiano e internazionale che proprio a Matera hanno ambientato le loro pellicole. Mel Gibson ambientò nei Sassi gli esterni de La Passione di Cristo, luogo che ritenne a suo dire “perfetto” come ambientazione di Gerusalemme. Tante altre pellicole nazionali e internazionali presentano i Sassi come sfondo tra cui Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi, Ben-Hur di Timur Bekmambetov e, sorprendentemente, Wonder Woman di Patty Jenkins. I Sassi sono stati anche una delle scenografie più ricorrenti della Fiction televisiva Imma Tataranni – Sostituto procuratore, in onda dal 2019 su Rai 1.

Ultimo affascinante arrivato James Bond che nel suo film “007 No Time to die” combatte le sue avventure proprio nella scenografia “unica” di Matera. Peccato solo che alcune scene iconiche del film come, ad esempio, il duello sul ponte sulla Gravina e l’attentato al cimitero, non siano a Matera ma a Gravina di Puglia. Anche la bellissima suite in cui James si riposa, contemplando proprio il panorama dei Sassi, non è reale, ma appositamente costruita su uno dei tanti belvedere presenti sulla Civita di Matera. Queste piccole bugie nella sceneggiatura provocano qualche piccola delusione fra i tanti fan di 007 che girano la città in cerca dei luoghi simbolo del loro eroe. Delusione presto dimenticata davanti alla reale bellezza di Matera ed alla sua profumata e fragrante gastronomia.

Si ringraziano tutti gli organizzatori del Blog Tour “Paese che vai, vino che trovi” per la fornitura di tutto il materiale informativo e fotografico necessario all’elaborazione di questo articolo, frutto di una efficace collaborazione fra il Blog Giroviaggiando ed Elle Viaggi Basilicata, con il supporto e collaborazione di Apt Basilicata Turistica

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