“ Lo primo tuo refugio e’l primo ostello sarà la cortesia del gran Lombardo
che’n su la scala porta il santo uccello”
(Paradiso, canto XVII, v.70)
In questo 2021, che segue il non meno tribolato 2020, ricorrono i 700 anni dalla morte del più grande, sommo e famoso poeta italiano Dante Alighieri.
Giroviaggiando non è un Blog di letteratura, ma abbiamo deciso di raccontarvi non tanto e non solo il Dante poeta, ma il Dante, viaggiatore “obbligato” dalle lotte fratricide fiorentine, costretto a “giroviaggiare” per le varie corti del nord Italia, in cerca di ospitalità, amicizia e pace.
Viaggi, amicizie, esperienze e soggiorni, positivi e negativi, che gli rimasero nel cuore e che fornirono la scenografia del suo “viaggio” interiore più famoso: la Divina Commedia. Un’opera non solo ricca di simboli e personaggi ma anche di luoghi, ricordi ed esperienze di viaggio.
Una filosofia di viaggio in cui ci ritroviamo molto, dove ciò che vedi, chi incontri, le esperienze che fai, ti fanno crescere e parlano alla tua anima. E quando alla fine del viaggio “esci a riveder le stelle” sei sicuramente più arricchito e più sereno di quando hai iniziato il cammino dalla tua personale “selva oscura“.
Con questa premessa, oggi vi portiamo a Verona, la seconda città cardine del percorso dantesco (dopo Firenze e prima di Ravenna), ma la città sicuramente più amata da Dante, che ne vede un segno concreto di speranza per il suo futuro e per quello dell’altrettanto amata Firenze.
Verona in età medievale
Verona infatti, all’epoca di Dante, non è solo un importante polo culturale, amministrato dalla Signoria illuminata degli Scaligeri ma anche un segno di speranza per il poeta. Come lo stesso Dante racconterà nel VI canto del Purgatorio, per molti anni Verona era stata dilaniata dalle lotte interne tra la famiglia dei Montecchi e quella dei Cappelletti o Capuleti. Lotte tanto sanguinose ed accese da costringere il Capitano del Popolo veronese a costruire il suo Palazzo e le relative torri di guardia, proprio al confine fra i due Palazzi e le due zone di influenza delle due famiglie rivali. Come tutti ricorderete Shakespeare ha reso poi romanticamente immortale questa lotta che nella realtà non fu affatto romantica e cavalleresca, tanto che ad un certo punto, i cittadini veronesi preferirono alle continue lotte la signoria di Mastino I della Scala e dei suoi discendenti.
Questo passaggio non traumatico da un Comune libero ma perennemente in guerra, alla Signoria illuminata degli Scaligeri, sembrò al poeta fuggiasco la soluzione da desiderare anche per Firenze. In effetti, qualche secolo dopo, anche a Firenze le continue lotte permetteranno ai Medici di acquisire in maniera incruenta, la Signoria della città.
Ospite una prima volta di Bartolomeo I della Scala (il gran Lombardo del Paradiso) e successivamente di Cangrande, Dante trovò a Verona quell’oasi di pace e di liberalità che gli consentì di portare a termine il suo capolavoro, il terzo libro della Divina Commedia, il Paradiso, che non a caso dedicò a Cangrande, a cui lo legò profonda stima ed amicizia.
I luoghi di Dante a Verona
Come abbiamo visto Dante si sentiva a casa a Verona e numerosi sono i luoghi della città che lo ricordano, luoghi in cui ha parlato e divulgato le sue idee, come il chiostro del Duomo, dove possiamo trovare una targa a lui dedicata davanti alla chiesa di Sant’Elena, o la Chiesa di Santa Maria della Scala, frequentata un tempo dai signori della città, e la stessa Piazza dei Signori, chiamata anche Piazza Dante, per la statua del poeta collocata al centro della piazza. Questa statua, realizzata da Ugo Zannoni fu inaugurata nel 1865, alle 4 di mattina, per non urtare la suscettibilità degli austriaci, visto che Verona era allora ancora sotto il dominio degli Asburgo e diventerà italiana solo un anno dopo.
La nostra passeggiata sulle orme di Dante non può che iniziare dalle Arche Scaligere, cimitero “privato” della famiglia Dalla Scala, dove possiamo ammirare, fra gli altri, il sarcofago di Bartolomeo della Scala, che per primo diede ospitalità a Dante, e il mausoleo di Cangrande della Scala, sotto la cui signoria il poeta si fermò a Verona per più lungo tempo..
Le Arche Scaligere
L’Area è racchiusa con uno splendido recinto di ferro battuto, con ricche decorazioni su cui spicca il motivo della scala. Al suo interno troviamo le tre monumentali tombe marmoree a baldacchino di Cangrande I, di Mastino II e di Cansignorio, a cui lavorarono numerosi artisti, soprattutto lapidici veneti, lombardi e toscani.
La Tomba di Cangrande I, è la prima delle arche monumentali ad essere costruita. Il sarcofago è sostenuto da cani che recano gli stemmi scaligeri ed è protetto da un tabernacolo gotico; sul coperchio vi si trova la statua distesa di Cangrande I, sulla sommità del baldacchino è collocata la statua equestre di Cangrande I, copia dell’originale più volte restaurato e ora conservato al museo di Castelvecchio insieme al corredo funerario, recuperato quando l’arca è stata aperta nel 1921. Per secoli infatti si credeva che la grande stima ed amicizia fra Dante e Cangrande, avesse suggerito al Poeta di far inserire nell’arca funeraria dell’amico, una copia autografata del Paradiso. All’apertura della tomba la leggenda si rivelò errata ma quanto trovato del corredo è oggi visibile nel bellissimo Museo di Castelvecchio.
Piazza dei Signori
Cuore dantesco di Verona è proprio la magnifica Piazza dei Signori. Chissà quante volte il Poeta ha attraversato questi vicoli e zone medievali vicine a Piazza dei Signori. Meritano una citazione ed una sosta la Piazza del Mercato Vecchio, dove si trova l’antico palazzo del Tribunale con la “scala della Ragione”, oggi sede della Galleria d’Arte Moderna di Verona; e quella del Palazzo del Capitano dove si trova il Centro internazionale di Fotografia e scavi scaligeri.
Sempre sulla Piazza si affaccia anche il Palazzo del Podestà. Oggi questo Palazzo, ospita la Prefettura, ma all’epoca di Dante era la residenza di Cangrande. E’ molto probabile che Dante abbia anche vissuto in questo palazzo, perché il principe aveva stanze per ogni categoria di ospiti (cavalieri, artisti, mercanti, …).
Anzi sembra che durante il suo soggiorno a Palazzo, Dante abbia conosciuto ed incontrato un altro “gigante” culturale del trecento: Giotto, si pensa presente a Verona per alcuni ritratti del grande Condottiero veronese. Durante questo 2021 il Palazzo della Prefettura sarà eccezionalmente visitabile, norme di sicurezza Covid permettendo, per cui vi consigliamo di verificare ed informarvi, prima della vostra visita, sul sito di Verona Turismo
Il Complesso del Duomo
Il complesso del Duomo di Verona, principale luogo di culto della città, è composto oltre che dalla chiesa principale dedicata a Santa Maria Assunta, anche dalla chiesa di San Giovanni in Fonte, anticamente un battistero, dalla chiesa di Sant’Elena e dalla biblioteca capitolare.
Vi raccomandiamo sicuramente di visitarli tutti e quattro, ma i veri luoghi danteschi sono sicuramente gli ultimi due: la Chiesa di Sant’Elena e la Biblioteca capitolare.
Nella Biblioteca Capitolare, una delle più antiche e, all’epoca, una delle più fornite d’Europa, Dante trovò molti degli spunti storici e letterari necessari alla scrittura dell’ultimo libro della Commedia. Nelle sue sale entrò fra i primi in contatto con le opere di Plinio e Livio, autori latini oggi conosciuti da tutti gli studenti italiani e considerati un must evergreen di ogni esame di maturità classica, ma nel trecento invece molto poco noti.
Il luogo dove più forte si può percepire la presenza di Dante a Verona è la Chiesa di Sant’Elena. La chiesa era di proprietà del Capitolo dei Canonici, che gestiva anche la Schola annessa alla Cattedrale dove si formavano i nuovi sacerdoti ed i rampolli delle classi nobili e mercantili di Verona.
Nel 1320 Dante, il 20 gennaio, nella chiesa di Sant’Elena, legge ai canonici e agli uomini di cultura veronesi la sua celebre “Quaestio de aqua et terra“, sperando di conquistarsi così l’ammissione all’insegnamento nella Schola annessa alla chiesa, diventata ormai un’università rinomata. Ma, al termine dell’audizione, boicottata da numerosi esponenti della cultura veronese, gli venne preferito il maestro di logica Artemisio.
Dante parte ma la famiglia resta a Verona
Dante non digerì la profonda delusione umana e culturale e lasciò Verona, trasferendosi a Ravenna, dove morirà di malaria un anno dopo, nel 1321, appunto 700 anni fa.
Ma, nonostante la partenza, il Poeta, lascia ancora due profonde tracce in città.
Infatti, al compimento della maggiore età anche i figli di Dante avevano dovuto abbandonare Firenze e lo avevano raggiunto a Verona. Il figlio Pietro, dopo aver studiato giurisprudenza a Bologna divenne notaio. La famiglia quindi restò, nonostante la partenza del padre e si stabilì in un palazzo del centro di Verona, ancora in parte visibile nelle sue strutture medievali proprio davanti alla chiesa di Santa Anastasia.
Venne anche realizzata una cappella di famiglia all’interno della Chiesa di San Fermo tutt’ora visibile.
In seguito, Pietro Alighieri acquistò una tenuta a Gargagnago in Valpolicella. Nel 1500, era rimasta solo una donna a portare il cognome di Dante: Ginevra Alighieri, cosicché, al matrimonio con Marcantonio Serego, discendente di antica famiglia cavalleresca veronese, per non perdere l’illustre cognome, venne fondata la casata dei Serego Alighieri, tutt’ora proprietaria della bella tenuta in Valpolicella dove produce vini classici tra cui il celebre Amarone.
La proprietà è visitabile e, all’interno della rivendita annessa alla cantina è possibile effettuare degustazioni di vini del territorio.
Eventi ed iniziative veronesi per ricordare Dante nel 2021
La Città di Verona, anche in questo secondo anno un pò complicato, ha deciso di realizzare, in sicurezza, alcune iniziative culturali a ricordo del passaggio e del soggiorno del Sommo Poeta in città. Vi invitiamo a verificare, preventivamente, sui siti di Verona Turismo e di Visit Verona le modalità operative e sanitarie ed i periodi di visita.
Tra le tante iniziative possibili, vi segnaliamo la mostra “Tra Dante e Shakespeare: il mito di Verona” che sarà ospitata dalla Gam Galleria D’Arte Moderna Achille Forti dal prossimo 7 maggio al 3 ottobre 2021, e la mostra “L’Inferno” di Michael Mazur, ospitata al Museo di Castelvecchio, fino al prossimo 3 ottobre 2021.
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