Al termine di questo complicato periodo in cui tutti quanti siamo stati costretti per lungo tempo a casa dal Covid 19, quale migliore occasione per conoscere e viaggiare con un libro?
Oggi vi presento “La Via del Sale: su e giù per l’Appennino da Varzi (Pv) a Recco (Ge)“, scritto da Gianni Amerio ed edito da Morellini Editore.
L’autore ci racconta questo affascinante percorso mulattiero che dalla Pianura Padana arriva fino al mare, una delle antiche strade di comunicazione che collegavano le saline delle località in riviera ligure con l’entroterra.
Redatta in tempi pre-Covid, la guida appare oggi una proposta interessante per riscoprire il fascino di territori a noi vicini ma molte volte trascurati e sconosciuti, praticando un turismo intelligente e consapevole, a km 0 e low cost e sicuramente compatibile con le indicazioni sanitarie di questo travagliato periodo.
Le Vie del Sale
Vie del Sale erano chiamate le antiche strade di comunicazione che collegavano le saline delle località di mare o i porti, dove il prezioso elemento giungeva via mare, con i luoghi di consumo o produzione dell’entroterra.
Oggi noi usiamo il sale principalmente in cucina e, in alcune zone, in inverno per impedire il ghiaccio sulle strade ma nei secoli scorsi il sale era considerato un elemento prezioso, non solo per l’alimentazione umana e animale, ma anche per la sua capacità, essenziale fino ai primi dell’800 senza frigoriferi, di favorire la conservazione dei cibi, permettere la realizzazione dei formaggi, consentire la concia delle pelli. Tanto per fare un esempio, pensate come sarebbe stata impossibile la navigazione delle tratte intercontinentali senza poter conservare carne o pesce sotto sale o in salamoia.
Il sale è considerato un valore, una ricchezza, tanto che la stessa paga del lavoratore viene comunemente chiamata “salario” e la sua produzione e vendita diventarono monopolio dello Stato, tanto anche oggi nelle Tabaccherie, che vendono tradizionalmente generi di monopolio, troverete oltre alle sigarette ed ai francobolli anche il sale da cucina.
La via del sale, italiana, storicamente più conosciuta ed antica è sicuramente la Salaria, via consolare romana, che collegava le saline del litorale romano e marchigiano, con l’Urbe.
Il nostro itinerario
La via che invece ci descrive il nuovo libro di Gianni Amerio “ La via del sale: su e giù per l’appennino da Varzi (Pv) a Recco (Ge), che abbiamo preso oggi come spunto e guida, parte dalle località marine liguri passa attraverso Torriglia (Ge) per arrivare a Varzi (Pv). Un bellissimo percorso che ha perso oggi la sua originaria valenza commerciale, ma si presta alla riscoperta ambientale e naturalistica da parte dell’escursionista attento e curioso.
Itinerario ben segnalato, fruibile in un weekend lungo, privo di sostanziali pericoli e percorribile per molti mesi dell’anno, che permette a chiunque, dotato di un sufficiente allenamento, di attraversare territori che ancora oggi sono impregnati di un fascino antico.
L’itinerario raccontato dal libro è lungo circa 72 km che l’autore, sulla base della sua esperienza suddivide in 3 tappe. Ma l’utilità del libro è che, anche se non si è escursionisti provetti o non si vuole percorrere l’intero itinerario, vi farà scoprire ottime occasioni di gita e viaggio all’aria aperta in questo incantevole territorio: dalle numerose occasioni di birdwatching nei boschi del territorio, ai percorsi in mountain bike o a cavallo, alle numerose specialità e curiosità enogastronomiche che vi potranno aiutare e supportare durante il cammino.
In compagnia di Amerio e del suo libro, si parte dallo splendido borgo medievale di Varzi (Pv), collocato sulla riva del torrente Staffora, si sosta a Capanne di Cosola e poi si arriva nell’affascinante Torriglia (Ge), ricca di storia e di leggende antiche e moderne. Si attraversa il territorio del Parco Naturale Regionale del Monte Antola, quello del Parco Naturale dell’Alta Valle Borbera, e infine, dopo tre giorni di cammino, si approda sulla spiaggia di Recco (Ge).
Si percorrono circa 73 chilometri con un dislivello positivo di 3.000 metri. Partiti dalla riva di un torrente, i passi si fermano sulla riva del mare, dopo aver attraversato boschi di faggi, fitti castagneti, fresche radure, altipiani erbosi accarezzati dai venti, pini di Aleppo e macchia mediterranea.
La logistica
Il percorso si sviluppa lungo sentieri non molto frequentati dal punto di vista turistico e lontani da grossi centri abitati. Per questo è importante non improvvisare ed affrontare, come abbiamo fatto noi, questa esperienza informandosi. Anche in questo caso l’autore Gianni Amerio nel suo libro “ La via del sale: su e giù per l’appennino da Varzi (Pv) a Recco (Ge)“, ci fornisce, oltre alle mappe dettagliate delle 3 tappe, anche utili informazioni su dove mangiare e dormire lungo l’itinerario e sulle migliori modalità per arrivare a Varzi, in provincia di Pavia, punto di partenza, o a Recco, in provincia di Genova, punto di arrivo. Gli escursionisti esperti, troveranno anche preziosi consigli sulla migliore attrezzatura e qualche personale dritta per preparare uno zaino leggero ma utile per ogni possibile situazione di viaggio.
Le tappe enogastronomiche
Per la gran parte di noi lettori, amanti dei percorsi slow, il libro di Gianni Amerio ” La via del sale: su e giù per l’appennino da Varzi (Pv) a Recco (Ge), indica anche alcune perle gastronomiche che potremo gustare nelle tre tappe principali del percorso.
Il salame di Varzi, un gustoso insaccato a grana grossa con Denominazione di Origine Protetta e requisiti stabiliti dal Consorzio di Tutela del Salame di Varzi. Di origine probabilmente risalente al periodo Longobardo, il Salame di Varzi è ottenuto dalla macinatura e insaccatura, in budelli naturali di suino, di tutte le parti magre, anche le più pregiate, e del grasso duro del maiale. Viene poi sottoposto a una lunga stagionatura. Il suo sapore è dolce e delicato, con un aroma fragrante e caratteristico, un retrogusto leggermente amarognolo strettamente condizionato proprio dal periodo di stagionatura.
Il canestrello di Torriglia appagherà invece la vostra voglia di dolce. Preparati con farina, burro, uova, zucchero e all’occorrenza ricoperti con zucchero a velo, sono tipici dolci della zona, fin dal 1200, dalla caratteristica forma a margherita di sei petali con buco al centro. Al fine di promuovere e tutelare questa specialità è attivo, come per il Salame di Varzi, uno specifico Consorzio per la valorizzazione e tutela del Canestrelletto di Torriglia (Ge).
La Focaccia di Recco una delle prime specialità gastronomiche al mondo protetta dal marchio comunitario IGP che può essere prodotta nei ristoranti e negli asporti, oltre che dai panifici. Per realizzare la Focaccia di Recco IGP, ci sono caratteristiche imprescindibili. Deve essere molto sottile e croccante, consumata preferibilmente calda, perché deve essere appena sfornata. L’origine di questa bontà assoluta si perde nel passato; la prima testimonianza documentata è riferita alla partenza per la Terza Crociata del condottiero genovese Giovanni Embriaco. Nel XVI secolo, gli abitanti locali in fuga dai saraceni cercavano di sfamarsi con quello che avevano. La leggenda racconta che fu così che con olio, formaggetta e farina, cuocendone la pasta ripiena di formaggio su una pietra d’ardesia coperta, nacque la focaccia che si è tramandata sino ai nostri tempi.
Un pò di relax turistico
Il percorso offre oltre alla natura, piccole curiosità turistiche da scoprire, come gli antichi sentieri partigiani, usati durante la seconda guerra mondiale, ma sia Varzi (Pv), tappa di partenza, che Recco (Ge) punto di arrivo offrono molto al turista.
Varzi, piccolo Borgo, nato prima dell’anno 1000 e inizialmente possedimento dell’Abbazia di San Colombano di Bobbio, nel 1164 passò sotto il potere dei Malaspina, nobile famiglia italiana. Il paese cominciò a ingrandirsi e prosperare grazie al transito dei mercanti che dalla pianura vicina si dirigevano verso le coste liguri, per ritornarne con un carico di prezioso sale, percorrendo la via che Amerio, descrive nel libro che oggi ci fa da spunto e guida: La Via del Sale: su e giù per l’Appennino da Varzi a Recco,
Potete camminare liberamente e con tranquillità per le antiche vie del paese. Partendo dall’antico Convento dei Cappuccini, per poi proseguire per Palazzo Tamburelli, in stile tardo-barocco, oggi sede del Municipio, Palazzo Leonardi e sulla sinistra il Castello dei Malaspina. Fermatevi a guardare la Torre delle Streghe, risalente al XIII secolo ed usata come prigione. Il nome deriva dall’aver ˝ospitato˝ alcune donne accusate di stregoneria e poi arse vive sull’adiacente piazza. Ultimi ˝ospiti coatti˝ della torre furono i partigiani, prigionieri delle brigate fasciste durante la seconda guerra mondiale.
Recco (Ge) vi accoglierà con la bellezza del suo mare ed il profumo della sua Focaccia. Bombardata a lungo, durante la seconda guerra mondiale, non ha molti monumenti antichi da svelarvi, ad eccezione del Santuario di Nostra Signora del Suffragio, edificato nel seicento.
Il vero vanto del Borgo di Recco non è, quindi, un monumento, ma una grande realtà sportiva mondiale: parliamo della Pro Recco, la più titolata squadra di pallanuoto del mondo. Nella sua storia ha vinto 33 scudetti (il primo nel 1959 – l’ultimo nel 2019), 8 Champions League, 14 Coppe Italia, 6 Supercoppe Europee, 1 Lega Adriatica, 1 Scudetto femminile, 1 Champions League femminile e 1 Supercoppa Europea femminile. Inoltre, è l’unica squadra italiana ad aver vinto, per ben tre volte, il grande slam (Campionato, Coppa Italia, Coppa Campioni, Supercoppa Europea), traguardo raggiunto nelle stagioni 2006/07, 2007/08 e 2011/12. Nessuna prestigiosa squadra di calcio italiana o europea può vantare un palmares simile, con buona pace di tutti noi calciofili. Tanto per farvi capire ai Campionati del Mondo di Nuoto 2019, che si sono svolti a Gwangju in Corea del Sud, otto dei tredici atleti che hanno vinto l’oro per l’Italia, indossavano la calottina della Pro Recco.
Ma a Recco la pallanuoto non è solo sinonimo di trofei sportivi, ma anche di solidarietà ed identità sociale. Un esempio per tutti, quando negli anni 50, i regolamenti per la serie A, vietarono all’arbitro di seguire le partite da una barca ma obbligarono le squadre partecipanti al campionato a costruire una passerella di cemento, nonostante la città fosse in condizioni economiche ancora precarie a causa della guerra e delle sue distruzioni, tutti gli abitanti di Recco, regalarono alla Polisportiva un sacco di cemento a testa. Grazie a questa donazione, che accumunò tutti gli abitanti a prescindere dalla loro condizione sociale, politica ed economica, fu costruita la passerella richiesta e la Pro Recco potè continuare a partecipare al campionato di serie A di pallanuoto e naturalmente a vincerlo.
Conosciamo l’Autore de “La via del Sale: sue e giù per l’Appennino da Varzi a Recco“
Gianni Amerio, nato a Torino nel 1964, medico oculista e autore di numerosi articoli e pubblicazioni a carattere scientifico, si è sempre occupato di volontariato in ambito sociosanitario. I silenzi e gli spazi della montagna lo hanno sempre ispirato e attratto, e così il percorrerli, d’estate a piedi e d’inverno sugli sci da fondo. Dopo aver attraversato zaino in spalle il Nord della Spagna è uscito nel 2015 con L’Età dell’Acquario In cammino per Santiago. Storie, pensieri, incontri (2019 II edizione), seguito dal particolare racconto di viaggio Nell’occhio del fotone. Un luminoso viaggio dal Sole alla coscienza (Edizioni Lindau 2018).
Morellini Editore, è una piccola casa editrice, che spazia in vari ambiti, sempre con un approccio fortemente originale: viaggi, cucina, narrativa italiana e africana, femminile, bambini, sport, cinema. Dal 2005 ha pubblicato oltre 400 titoli, un’attività caratterizzata dalla ricerca dell’innovazione, della sorpresa, della qualità.
La ringraziamo, naturalmente, per averci fornito, tutto il supporto ed il materiale necessario a scrivere questo articolo.
IL LIBRO “LA VIA DEL SALE: SU E GIU’ PER L’APPENNINO DA VARZI A RECCO“
E’ IN VENDITA, ON LINE A 15,90 EURO.
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