“Quanto più uno vive sul fiume o in aperta campagna, tanto più si rende conto che non c’è nulla di più bello e più grande del compiere il corso della propria vita semplicemente e naturalmente. Dall’erba dei campi alle stelle del cielo, ogni cosa fa proprio questo; c’è tale pace profonda e tale immensa bellezza nella natura, proprio perché nulla cerca di trasgredire i suoi limiti ma, come un fiume, li accetta e vi si adatta.” –
Con grande curiosità e con in mente le parole del poeta indiano Tagore, abbiamo scoperto e visitato la bellissima Riserva naturale Tevere Farfa di Nazzano, inserita nella primo viaggio di gruppo organizzato, con successo, dal nostro Blog, attraverso la sua sezione “Giroviaggiando experience“, proprio con l’obiettivo di stimolare tutti i lettori o followers del nostro Blog, non solo a leggere ma a sperimentare le nostre proposte di viaggio o di enogastronomia.
La Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere-Farfa
La Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere-Farfa è la prima area protetta istituita dalla Regione Lazio per la salvaguardia delle zone umide d’importanza internazionale
Con un’estensione di circa 700 ettari, ci troviamo al confine tra le Province di Roma e di Rieti, nel territorio dei Comuni di Nazzano (Rm), Torrita Tiberina (Rm) e Montopoli di Sabina (Ri), lungo il basso corso del fiume Tevere, prima del suo ingresso nella Capitale. La Nascita della Riserva è indissolubilmente legata alla costruzione di una diga artificiale da parte dell’Enel tra il 1953 e il 1955 e alla particolare morfologia del Tevere, che in questo tratto scorre lentamente formando ampie anse e meandri.
Il Tevere è uno dei più importati fiumi d’Italia, con i suoi 405 km è il terzo fiume della penisola dopo il Po e l’Adige. Oltre ad attraversare Roma, ne segnò profondamente la storia e lo sviluppo, tanto che per gli antichi il fiume stesso era considerato una divinità, il Pater Tiberinus, con una propria festa annuale, l’8 dicembre, e specifici riti di purificazione e propiziatori.
Più concretamente il fiume fu utilizzato per molti secoli come via di comunicazione: in epoca romana il naviglio mercantile poteva risalire direttamente il Tevere fino a Roma, mentre barche più piccole e adatte alla navigazione fluviale trasportavano merci e prodotti agricoli dall’Umbria. Sul Tevere navigavano imbarcazioni di tutti i tipi che mediamente in tre giorni discendevano il fiume da Orte a Roma.
La carenza di strade e di ponti, faceva si che oltre alle chiatte trainate da buoi o dai primi rimorchiatori a vapore e alle barchette dei pescatori, ci fossero anche piccole barche per trasbordare le persone da una riva all’altra del Fiume.
Un tempo infatti c’erano pochi ponti sul Tevere ed erano le barche a scafo piatto, a traghettare le persone da una parte all’altra. Normalmente le usavano i contadini e in genere chi non aveva un cavallo per raggiungere un ponte magari lontano. Figura tipica di queste zone era quindi il barcarolo, che con la barca aspettava i viandanti sul ciglio del Tevere. Per trasportarli all’altra sponda normalmente tirava la barca a mano, o con un cavallo o un somaro da terra, scorrendo una corda tesa tra le due sponde. Era raro che i trasportati lo pagassero con soldi, più spesso gli davano un po’ di grano, di uova o di prodotti che il barcarolo e la sua famiglia consumavano o, raramente, rivendevano al mercato di Nazzano o Torrita Tiberina.
Un micro cosmo legato ai ritmi ed ai livelli del fiume, che aveva i suoi punti di riferimento e di difesa degli approdi, nei castelli (Nazzano e Torrita Tiberina) e nelle Abbazie (ad esempio Farfa) che ne costellavano il corso e naturalmente che aveva anche il proprio specifico Santo Protettore, San Cesareo martire, patrono degli affogati, a cui rivolgersi durante le numerose piene a cui il Tevere andava soggetto .
Nel 1955, grazie alla realizzazione della diga, in tutta questa zona, si innalzò il livello dell’acqua, con la conseguente inondazione dei terreni circostanti. Si formò così una specie di “lago”, esteso per circa 300 ettari, in grado di ospitare un gran numero di specie di uccelli durante le loro migrazioni.
Il lago di Nazzano (Rm) è presto divenuto luogo di richiamo per molte specie di volatili tanto che nel 1968, grazie all’intesa tra Enel, Comune di Nazzano e WWF Italia, fu istituita un’“Oasi di protezione della fauna”.
Grazie al più lento scorrimento delle acque fluviali e alla confluenza del torrente Farfa, il lago, nel corso degli anni, si è popolato di specie di flora e fauna tipiche delle zone umide. Gradualmente salici, pioppi e ontani hanno colonizzato le sponde del bacino realizzando uno dei pochi esempi di “bosco ripariale” presenti nel Lazio, mentre la cannuccia di palude e l’ Iris di Palude, dalla fioritura gialla, hanno rivestito i banchi di detrito che con il tempo si sono accumulati presso le rive o al centro del lago, formando dei caratteristici isolotti.
La ricca presenza d’uccelli nell’ambiente lacustre costituisce uno dei motivi di maggior interesse per i visitatori, specialmente se, come ha fatto il nostro gruppo, si sceglie di visitare il Parco navigando sul Fiume.
All’interno dell’Oasi di Nazzano Tevere Farfa, infatti è possibile per il visitatore godersi le bellezze del luogo rilassandosi sui battelli ecologici della Riserva, l’ “Airone” e il “Martin Pescatore” di 23 posti ciascuno. Normalmente il percorso, totalmente all’interno del parco è compreso fra l’approdo di Nazzano e quello di Torrita Tiberina e permette di poter apprezzare interamente lo splendido paesaggio della valle del Tevere.
La gita in battello consente inoltre al visitatore d’ammirare, da una prospettiva diversa e suggestiva, la bellezza dei manieri che si ergono maestosi sui promontori dei comuni circostanti e le pareti scoscese di Ripa Bianca in cui è ben visibile il ciclo sedimentario conseguente alle fasi di ingressione e regressione del mare nel Pliocene.
Il fiume, con le sue rive ed i suoi isolotti è il regno di moltissimi uccelli come il germano reale, l’alzavola, il fischione e la moretta, lo svasso maggiore, la folaga, il martin pescatore e rapaci come il falco di palude e il falco pescatore, e di un mammifero caratteristico, la nutria, un grosso roditore d’origine americana naturalizzatosi da alcuni decenni in gran parte delle zone umide italiane.
Torri d’avvistamento e capanni per l’osservazione della fauna e il birdwatching, sono disposti lungo i sentieri della Riserva. All’interno di queste strutture alcuni pannelli descrivono al visitatore le principali specie presenti, con particolare attenzione agli uccelli acquatici.
Chi desidera imitare il Gruppo di Giroviaggiando Experience può raggiungere la Riserva molto facilmente percorrendo l’autostrada A1 fino all’uscita di Fiano e da lì seguire le indicazioni per Nazzano e Torrita Tiberina.
Consigliamo a tutti di ritagliarsi un pò di tempo anche per visitare i bellissimi Borghi di Nazzano e Torrita Tiberina e, naturalmente, la vicina Abbazia di Farfa, a cui il nostro Blog ha già dedicato un articolo.
Il Borgo di Nazzano
Il Borgo di Nazzano si trova in una splendida posizione panoramica sulla Valle del Tevere su un promontorio roccioso di 202 metri a picco sul fiume.
Il suo particolare assetto urbanistico e la sua collocazione a difesa e controllo della Valle del Tevere, fecero si che Nazzano si specializzò molto nei traffici commerciali con la Sabina e con Roma, sfruttando il Tevere per gli spostamenti. L’esistenza di un guado e la presenza di un traghetto che collegava le due sponde del fiume, conferirono al Borgo un’importanza sempre crescente. Importanza che portò alla costruzione di un magnifico Castello duecentesco che oggi ospita il Museo dedicato al Fiume Tevere.
Il museo del Fiume Tevere comprende quattro sezioni – naturalistica, archeologica, sala esposizioni temporanee e sala polifunzionale – ed è progettato con la finalità di far conoscere l’ecosistema fluviale in ogni suo aspetto e particolarità. L’allestimento comprende microscopi, acquari, filmati e diorami ed ha un taglio fortemente didattico. Quanto alla sezione archeologica ha reperti che provengono non solo da Nazzano ma da tutta la media valle del Tevere, con particolare riferimento all’area sacra di Lucus Feroniae, antico luogo di incontro e di scambio fra Latini, Sabini ed Etruschi, oggi nel territorio del Comune di Capena.
Il Borgo di Torrita Tiberina
Anche il Borgo di Torrita Tiberina è posto sul ciglio della scarpata che qui delimita la valle del Tevere. Come per la vicina Nazzano, a dominare il centro storico è il castello Savelli, con fossato e ponte levatoio. Alcune torri pure d’età medievale testimoniano del ruolo di controllo commerciale avuto in passato da Torrita Tiberina lungo la valle fluviale, di cui dal belvedere si apprezza un magnifico panorama.
Il paese però, più che per il suo passato medievale, è oggi conosciuto perchè nel cimitero del paese è sepolto Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978 dopo il drammatico rapimento che giusto quarant’anni fa sconvolse il nostro Paese.
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