Nato ai bordi di periferia, dove i tram non vanno quasi più, dove l’aria è popolare, è più facile sognare che guardare in faccia la realtà
Con in testa le parole e la musica di una delle più popolari canzoni di Eros Ramazzotti, Adesso Tu , ci inoltriamo verso Centocelle per esplorare questa parte della periferia romana e le sue curiosità e sorprese. E’ particolare lo stato d’animo con cui a volte giriamo per i quartieri periferici delle nostre città, un misto fra curiosità e circospezione, che ricorda lo stato d’animo dei vecchi marinai quando partivano verso un ignoto che li affascinava ma anche preoccupava.
Ma noi che siamo girovaghi e slow travelers di professione, navighiamo volentieri alla scoperta di Centocelle e ci lasciamo andare al richiamo delle sue curiosità.
La scusa che ci ha permesso di metterci in viaggio è una notizia di “cronaca minore”: un famoso pittore italiano Elvino Echeoni ha deciso di donare una sua opera d’arte “Momenti Musicali” al suo quartiere e di collocarla nella nuova Stazione Metro C di Piazza Mirti.
Partiamo quindi, con la nostra “Metro Nave” tecnologica e con la testa piena di domande: perchè un artista internazionale con opere esposte in tutto il mondo, regala una sua opera a questa zona, non proprio centrale di Roma? Perchè non ha preferito zone più nobili e “commerciali” della nostra città , come via Margutta ad esempio, o uno dei musei di arte moderna ormai presenti a Roma?
Eccoci a Piazza Mirti, cuore della nostra esplorazione odierna. Saliti nella Piazza ci ritroviamo in un vortice di musica, danza, colori che ci sorprende. Reduci da tanti Vernissage, più o meno selezionati, ci aspettavamo il solito gruppo di “cultori d’arte” raccolti davanti all’artista ed alla sua opera. Centocelle invece inizia a stupirci e l’anima popolare ci sorprende, organizzando una festa di quartiere per accogliere l’opera ed il suo artista “Centocelle fra Passato e Presente“.
Scopriamo così che questo “bordo di periferia“, nato intorno alla Ferrovia Roma Fiuggi, è pieno di storia e cultura.
In questa zona c’erano gli accampamenti della cavalleria romana in epoca imperiale, le famose “Centum Cellae” che danno il nome al quartiere ed i cui resti sono ancora visibili nel bellissimo Parco Archeologico.
Su questi prati fu realizzato il primo aereoporto italiano, l’attuale Aereoporto Francesco Baracca, funzionante dal 1909, dove si svolse la prima dimostrazione di volo da parte di uno dei mitici Fratelli Wright, Wilburn e dove un altro mito il colonnello inglese “Lawrence D’Arabia” sopravvisse nel 1919 ad un incidente aereo, abbastanza frequenti in quell’epoca di pionieri.
Poi il quartiere diventa sfondo alle vicende della resistenza e deve far fronte negli anni 60 ad uno sviluppo legato all’arrivo di tanti nuovi abitanti prevenienti dall’abruzzo e dalle marche in cerca di lavoro e fortuna a Roma. Nasce la Borgata, nasce lo spirito di borgata, quella schiettezza e solidarietà nei rapporti che vive ancora oggi fra gli abitanti del quartiere.
E’ Echeoni stesso che ce ne da un esempio donando al quartiere la sua opera “Momenti Musicali” come gesto di ringraziamento a quel quartiere dove è cresciuto: ” per riconsegnare qualcosa ad un territorio da dove spesso devi andare via, per cercare qualche opportunità“.
Torniamo alla Festa, lasciandoci coinvolgere dai racconti delle persone, e scopriamo che il nostro artista non è l’unico artista che ha fatto fortuna fuori dal quartiere, ma che di quel quartiere non si è mai dimenticato. Claudio Baglioni, Michele Zarrillo, Gigi Sabani sono tutti figli delle stradine intorno a Piazza Mirti ed il loro ricordo e le loro canzoni arricchiscono il programma ed il clima della festa, grazie anche all’esibizione di ballo della locale scuola di danza.
Vagabondiamo anche noi per le strade di questo quartiere e scopriamo: un galleria d’arte viva e frequentata, il “Mondo dell’Arte”, una farmacia al servizio del quartiere fin dal 1949, numerose associazioni sportive e culturali.
Ma la riscoperta più bella è quel profumo di solidarietà, schiettezza, senso di appartenenza che in altri quartieri di Roma è sparito, perso fra la gente che cammina con gli occhi solo al proprio smartphone. Qui si socializza ancora in piazza, quì ci si “tagga” con una pacca sulla spalla e si dice “mi piace” con un sorriso e non con una faccina virtuale…
Ed a proposito di esperienze “concrete”, non possiamo lasciare Centocelle senza immergerci nella cucina romana di quartiere.
Ci accoglie “La Fraschetta” un locale che nel nome e nella cucina ricorda le tradizionali gite fuori porta a Frascati. Anche in questo caso il menù è schietto e fatto sul momento: Amatriciana, Cacio e pepe, Arrosto misto con patate e vino dei castelli. In termini “social” almeno un migliaio di “mi piace” da parte di tutti e 5 i nostri sensi, ma sono i profumi, gli odori, i discorsi che ci riportano alle atmosfere perdute delle gite fuori porta con gli amici, veri “eventi” pre Facebook.
L’ultimo brindisi ci riporta al momento del ritorno, le nostre paure del nuovo di inizio giornata, si sono ormai sciolte nella malinconia di dover tornare verso casa e nella felicità di aver scoperto alcune piccole perle di un quartiere molto spesso inglobato nei nostri stereotipi ed in cui, invece, potremo tornare, magari per ricaricarci davanti ai colori dei Momenti Musicali del maestro Echeoni.